I costumi del Palio cuciti nella Sartoria di Francesca

05.06.2013 00:00

PAVIA. I costumi del Palio del Ticino sono stati confezionati dalle donne della “Sartoria di Francesca”, un laboratorio di taglio e cucito ma anche di integrazione sociale. Nato nella parrocchia di San Lanfranco, insieme ai volontari del Cav, per insegnare alle donne straniere a cucire un orlo e cambiare una cerniera il laboratorio è cresciuto, grazie al sostegno di Comune e Provincia, ottenendo così una sede più ampia: un grande locale all’interno della sede del quartiere di Pavia Ovest proprio accanto al centro sociale Cazzamali. L’assessorato ai Servizi Sociali della Provincia ha messo a disposizione dei fondi per acquistare i macchinari e l’attrezzatura per le sarte. Quello comunale ha messo a disposizione gratuitamente il locale e alcune borse lavoro per le donne straniere che avevano bisogno di emanciparsi. «Sono nate belle amicizie – dicono le volontarie italiane che al pomeriggio lavorano fianco a fianco con le straniere –. Qualcuno ha anche trovato lavoro. Magari non come sarta ma, con la conoscenza e il passaparola, si è sistemata come colf o assistente in casa». Raffaele di Sannazzaro, Angela Fumagalli, Angela di Motta Visconti , Giuliana, Luisa e Vittoria hanno messo a disposizione la loro esperienza per le straniere che vogliono imparare. Ma è anche una scuola di vita, di scambio di racconti e di amicizia.

«La cosa più bella mi è stata detta da Jamila – racconta l’assessore ai Servizi Sociali del Comune Sandro Assanelli –. Un giorno in sartoria mi è venuta incontro con un grande sorriso e mi ha detto: “Sono in Italia da tre anni ma solo da 6 mesi, da quando frequento la sartoria, ho cominciato a vivere». Negli ultimi due anni sono state assegnate dodici borse lavoro alle donne straniere, finanziate in parte dal Comune e in parte dalla Regione Lombardia. Ora le nuove borse sono sospese, in attesa che la Regione le rifinanzi. Nel frattempo la fondazione Comuntaria della Cariplo ha concesso un cofinanziamento di 7 mila euro che aggiunti ai 7mila del Comune permetteranno ad altre 4 donne di proseguire nell’esperienza. La sartoria è dedicata a Francesca Sfondrini, assistente sociale del Comune prematuramente scomparsa. Un’operatrice molto apprezzata che aveva saputo gettare le basi dell’integrazione nel quartiere. (m.g.p.) 

Da "LA PROVINCIA PAVESE"